sabato 31 luglio 2010

RIFORMA UNIVERSITA'

COMUNICATO STAMPA
28/07/2010
SBARBATI A GELMINI QUESTA È UNA RIFORMA SOLO SULLA CARTA


Intervenedo in aula sul disegno di legge di riforma dell'università l'on. Sbarbati ha illustrato l'emendamento sull'abolizione del valore legale del titolo di studio presentato dai senatori D'Alia, Bianchi, Sbarbati e Poli Bortone e ha dichiarato: "se questo disegno di legge, che pur contiene innovazioni interessanti, intende operare un'inversione ad U rispetto alla politica dell'università di massa portata avanti da vari governi di destrae di sinistra, il suo sbocco naturale, dopo aver incentrato tutto su merito, efficienza e qualità, non poteva che essere l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Se così non è, caro ministro, lei non ha nè coraggio, né la forza politica per portare avanti questo disegno che resta dimezzato". Inoltre ha concluso Sbarbati è squalificante che il governo continui a giocare su due tavoli: da una parte quello della riforma, dall'altra quello del possibile finanziamento della riforma che non si sa dove e quando avverrà.
E' una patente violazione della Costituzione e dimostra ancora una volta la non volontà di rimettere in piedi la nostra università che è arrivata ai livelli più bassi della scala di merito europea a differenza di quanto è avvenuto in Francia e in Germania dove i fondi per la cultura o non sono stati toccati o sono stati incrementati

martedì 6 luglio 2010

dimissioni

Brancher: "Mi dimetto, basta strumentalizzazioni". Il premier Berlusconi: "Ho condiviso la decisione"
Aldo Brancher ha annunciato nell'aula del tribunale di Milano le proprie dimissioni da ministro. Brancher ha anche rinunciato al legittimo impedimento nell'ambito del processo per la tentata scalata alla Antonveneta. Il procedimento continuerà però a porte chiuse. Dopo le dichiarazioni dell'esponente dell'esecutivo è stata diffusa una nota di Silvio Berlusconi: "Ho condiviso con Aldo Brancher la decisione di dimettersi da Ministro", afferma il premier. "Conosco e apprezzo ormai da molti anni l'on. Brancher- prosegue- e so con quanta passione e capacità avrebbe potuto ricoprire il ruolo che gli era stato affidato. La volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese e non già per interessi personali. Sono certo che superato questo momento l'on. Brancher potrà, come sempre, offrire il suo fattivo contributo all'operato del Governo e alla coalizione".
Il processo prosegue a porte chiuse - Dopo la richiesta di essere giudicato con rito abbreviato, il presidente della quinta sezione del tribunale ha fatto uscire i numerosi giornalisti che erano in aula per proseguire con l'udienza. Il processo a questo punto verrà celebrato allo stato degli atti, cioé in base alle carte del fascicolo processuale, e proseguirà il 28 luglio, data in cui potrebbe arrivare già la sentenza. E' stata invece stralciata la posizione della moglie di Brancher, Luana Maniezzo, fino ad oggi contumace che verrà giudicata con il rito ordinario. Brancher è poi uscito dall'aula da un ingresso secondario sfuggendo così ai molti giornalisti che lo attendevano. Era accompagnato da due uomini che hanno detto di essere suoi vecchi amici.
L'ex ministro, in tribunale a Milano, ha detto di essersi presentato in aula per difendere la sua innocenza e ha spiegato ai giudici di aver fatto una scelta "prima di tutto nel rispetto dalla mia famiglia e anche perché finiscano le strumentalizzazioni e le speculazioni". E' questo un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese davanti al giudice della quinta sezione penale, Anna Maria Gatto, dell'ormai ex ministro Brancher che alla ripresa del processo per il tentativo della scalata ad Antonveneta, in cui è imputato insieme alla moglie, ha anche preannunciato le sue dimissioni da ministro.
Brancher nel comunicare di aver rinunciato al legittimo impedimento ha detto: "pensavo di dover privilegiare per un breve periodo gli obblighi verso il mio Paese ma siccome questa scelta è stata indebitamente strumentalizzata ho fatto diverse scelte: prima di tutto nel rispetto della mia famiglia e poi anche perché finiscano le strumentalizzazioni e speculazioni". Poi ha confermato la rinuncia al legittimo impedimento già annunciata dai suoi legali, le dimissioni da ministro e la scelta del rito abbreviato incondizionato.
In questo modo sono state confermate le voci che si erano diffuse in questi giorni sulle imminenti dimissioni del neoministro. Dimissioni maturate a seguito di un incontro chiarificatore con il premier Berlusconi. Il sacrificio di Brancher sarebbe il primo atto di un riordino del Pdl di cui Berlusconi aveva parlato la scorsa settimana.
Come si ricorderà Brancher, una volta vestiti i panni di ministro, aveva presentato istanza di legittimo impedimento al processo di Milano sull’Antonveneta, suscitando innumerevoli polemiche. Dura era stata anche la nota del Presidente Napolitano, che aveva sottolineato come il neoministro “non ha legittimi impedimenti perché un ministero senza portafoglio non ha nulla da organizzare”. Giallo, poi, sulle deleghe 5: mai pubblicate in gazzetta ufficiale.

05 luglio 2010