domenica 21 agosto 2011

SE FOSSE CHE ...

MONTEMARCIANO 3/2011
Se fosse che …
“l’Italia s’é desta”? così sembrerebbe dopo i risultati delle elezioni amministrative e dei referendum. Le scelte dei cittadini hanno confermato quanto ormai sia grande la distanza tra le decisioni di questo governo e le loro aspettative. Se a Napoli il neo sindaco De Magistris ha surclassato il candidato della destra che godeva del totale appoggio del Presidente del Consiglio, il vero ed eclatante botto negativo questa maggioranza lo ha avuto a Milano proprio perché come ha scritto Libero, giornale di proprietà Berlusconi, “come ha spesso ripetuto il Cavaliere, questo voto era prima un referendum sul governo e solo poi un test amministrativo”. Berlusconi nella sua Milano cuore del suo immenso potere economico, finanziario e sportivo ha voluto il suo nome come capolista a sostegno della Moratti. Lo stesso giornale ricorda le sue richieste agli elettori “ datemi 53 mila preferenze altrimenti la sinistra mi farà il funerale”. Ne ha ottenute 27 mila, la metà di quelle ricevute nelle amministrative del 2006. Altroché effetto traino! Il personaggio, come suo solito, anche a fronte di un disastro personale non conosce momenti di riflessione critica e quindi addossa ogni responsabilità agli altri definendoli candidati deboli. La sua filosofia è sempre uguale :“ vinco solo io, perdete solo voi”.
I risultati referendari sono stati l’ulteriore conferma che le decisioni di questa maggioranza sono prese per soddisfare solo pochi ed interessati soggetti. Hanno fatto di tutto prima per non farli svolgere, poi per boicottarli ( sperperando circa 400 milioni di euro per non accorparli alle amministrative e sollecitando i cittadini a non andare alle urne per non far raggiungere il quorum). Ancora non soddisfatto il governo Berlusconi ha anche “sbagliato” sul voto degli italiani all’estero. Gli italiani però hanno finalmente deciso di partecipare e le norme sono state abrogate. Naturalmente un governo serio avrebbe dovuto trarne tutte la conseguenze.
Errare è umano perseverare è diabolico. Quindi incurante di tutto quello che era accaduto, pur di salvaguardare il capo, qualcuno aveva camuffato nelle norme della manovra correttiva dei conti pubblici un piccolo comma per impedire l’immediata eseguibilità di una sentenza che condannava il gruppo imprenditoriale del Presidente del Consiglio a risarcire, dopo un processo civile durato 20 anni, il gruppo CIR per la vicenda Mondadori. Solo dopo vibrate proteste ed autorevoli rilievi il comma è stato ritirato. Siccome tutti hanno negato di essere a conoscenza del predetto comma, in primis il diretto beneficiario, viene da pensare che ad inserirlo sia stato un extraterrestre naturalmente di sinistra e magistrato. La verità è che dopo averci descritto per anni un paese che non c è, il castello di bugie di questo governo di destra è miseramente crollato perché la verità è emersa in tutta la sua drammaticità: è stato indispensabile varare una manovra economica correttiva di 80 miliardi di euro( circa 160 mila miliardi di lire !!!) per non portare l’Italia al fallimento. Il costo di questo salasso cadrà naturalmente sulle spalle dei meno abbienti e del cosiddetto ceto medio. Le metteranno le mani in tasca ai cittadini, altroché se le metteranno! Il grande statista che “ tutto il mondo ci invidia”, mentre la borsa crollava, il Cancelliere tedesco ci elargiva consigli e il Presidente Napolitano faceva da tutor ad un governo fantasma è stato il grande assente perché, come molti hanno ipotizzato, era troppo impegnato a risolvere con figli ed avvocati le sue vicende personali (questo già accade dal 1994 quando appena insediato fece subito modificare la legge sul falso in bilancio). In questa situazione a volte cantando o ascoltando “ l’Italia s’è desta” mi sovviene l’immagine del volto di Goffredo Mameli, morto a 22 anni per difendere la Repubblica Romana del 1849, che accennando un sorriso mi conforta e mi conferma che qualcosa sta cambiando.

Alessandro D’Alessandro cons. comunale




CONTRO IL TRUCCO

MONTEMARCIANO 2/2011

CONTRO IL TRUCCO

Il 12 e 13 giugno si svolgeranno i referendum e saremo chiamati alle urne per decidere sui quattro quesiti oggetto della consultazione. Il referendum è lo strumento di democrazia diretta con il quale il popolo può esercitare direttamente la propria sovranità sancita dall'.art 1 della Costituzione, articolo che la destra vorrebbe cambiare.
Questo governo ha fatto e farà di tutto per far fallire questi referendum perché teme che i cittadini votando SI smentiscano le sue scelte che sono finalizzate come sempre a favorire poche persone( Presidente del Consiglio e ministri con il legittimo impedimento) o pochi gruppi industriali con la privatizzazione delle acque e la costruzione delle centrali nucleari.
Il ministro Maroni, leghista, che come i suoi sodali inveisce contro gli sprechi del palazzo, dove la Lega si è ben posizionata acquisendo potere e clientele, non ha voluto accorpare referendum ed elezioni amministrative, anche se questo costerà ai cittadini 400 milioni di euro in più, perché non vuole che si raggiunga il quorum necessario alla validità dei referendum cioè il 50% più uno degli aventi diritto
E' proprio un vero governo liberale! La cosa più strana è che questa volontà popolare viene invocata da Berlusconi a sua difesa quando attacca la Magistratura che lo inquisisce per reati non ministeriali, ma poi si tenta in ogni modo, anche con bugie e trucchi di non farla esplicitare. Per esempio per non far svolgere il referendum sul nucleare prima si sono inventati una moratoria di un anno per riflettere poi, preoccupati dai sondaggi, hanno proposto un emendamento al decreto legge omnibus, inserendo nell'articolo l' “abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari”. In realtà non si tratta di un vero ripensamento sul nucleare visto che nello stesso emendamento si chiarisce che una strategia energetica nazionale verrà definita ad un anno dall'entrata in vigore dal decreto omnibus. Bugie ed ancora bugie.
Il nucleare come ha poi confermato lo stesso Presidente del Consiglio durante la visita del Presidente francese Sarkozy resta nell'agenda governativa. Sul nucleare riportiamo le ragioni di contrarietà espresse anche da ITALIA NOSTRA. “ Sulla sicurezza parla da sola Fukushima e i numerosi incidenti accaduti nel mondo in questi anni.
Sulla presunta convenienza di questa fonte sono più eloquenti i preventivi al rialzo delle due centrali EPR di Flammaville (Francia) e Olkiluoto (Finlandia), passati da 2,5 miliardi di euro agli attuali 5 miliardi, con ritardi di più di un biennio nella loro realizzazione per gravi inadeguatezze tecniche. Le centrali EPR da 1.600 MW sono giganteschi “bidoni” che non vuole più nessuno: gli Emirati Arabi hanno da poco tempo stracciato un contratto che prevedeva la loro costruzione, mentre fino al 2009 le Agenzie per la sicurezza francese, britannica e finlandese hanno sollevato gravi dubbi sulla loro sbandierata sicurezza intrinseca.
Quanto al problema della scorie radioattive,l'Ispra informa nell'ultimo “Inventario nazionale” che abbiamo ancora in Italia 8omila metri cubi radioattivi da smaltire, da destinarsi a un Deposito unico nazionale sotterraneo che nessuno vuole.”
Se vogliamo far saltare il governo del trucco, il 12 e 13 giugno dobbiamo non andare al mare come vorrebbero ma recarci alle urne per impedire che la strategia del boicottaggio adottata da questa compagine governativa abbia successo. Se vogliamo che la gestione dell'acqua rimanga pubblica, che le sue tariffe non siano legate ad una pura logica di profitto (l'acqua è un bene essenziale) che la legge sia uguale per tutti (legittimo impedimento) e che non si riprenda la scelta nucleare dobbiamo votare quattro volte SI.
Ricordiamo che per il business dell'acqua si calcola che nei prossimi 30 anni in questo settore ci saranno oltre 64 miliardi di euro di investimenti e questo fa capire anche il perché costruttori e gestori lo temono.

Alessandro D’Alessandro cons. com.

venerdì 19 agosto 2011

FRATELLI D'ITALIA

MONTEMARCIANO 1/2011

FRATELLI D'ITALIA
“ Noi siamo da secoli calpesti,derisi, perchè non siam popolo,perchè siam divisi. Uniscaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò”. Ecco racchiusa in questa strofa de” Il canto degli Italiani” tutta la passione per realizzare la grande idea politica ed ideale del Risorgimento: dar vita ad un grande Stato Nazionale Unitario, dare un'unica voce al Popolo Italiano e rinnovare profondamente l'Italia. Diverse furono le soluzioni prospettate ma unico l'obiettivo.
Il Risorgimento rappresenta per noi italiani una parte fondamentale della nostra storia perchè più di altri avvenimenti unisce passato ed avvenire e contrariamente a quanti vogliono scientemente minimizzarne il valore riducendolo solo ad avvenimenti esteriori (battaglie, plebisciti ecc) ha espresso un grande sentimento nazionale, popolare, spirituale.
Tutti gli artefici hanno inteso per Risorgimento d'Italia un processo SPIRITUALE, una trasformazione profonda e completa della vita degli italiani, una affermazione di autonomia nazionale ed individuale.
Lo stesso termine Risorgimento esclude un significato puramente statale-territoriale perchè parla di qualcosa che già c'è stata, che ha cessato temporaneamente di essere e che poi torna ad essere. Prima dello Stato unitario italiano esisteva da secoli un POPOLO ITALIANO.
Quando, nel 1860, ormai l'unità italiana si sta orientando verso la scelta monarchica-moderata Mazzini valuta impietosamente questa nuova Italia come una casa senza mobilio e raccoglie ne “ I Doveri dell'Uomo”una serie di articoli perchè sente l'esigenza di riepilogare il suo messaggio politico repubblicano. Per fare ciò decide di rivolgersi agli operai italiani in cui riconosce il solo elemento rivoluzionario capace di raccogliere tale messaggio e di portarlo avanti.
A 150 anni di distanza, quell'elemento rivoluzionario, da cui dovrebbe scaturire il cambiamento della società, è rappresentato dai giovani che sono i deboli dell'Italia di oggi, il proletariato del XXI secolo. L'etica del DOVERE ( quant'è distante questo concetto dall'attuale sensibilità!), è la scelta originale che distingue Mazzini ed in essa risiede la possibilità di un riscatto dall'impoverimento e dalla dittatura dell'effimero. La rivoluzione francese aveva purtroppo portato nei fatti ad affermare soltanto i diritti di una minoranza senza garantire il benessere del popolo che era senza mezzi per poterli esercitare. Il DOVERE, invece, è un atto positivo in se' e per se', indica il fare ed il giovare, non il semplice non fare e non nuocere.
Questi sono giorni di grande festa e vedere i cittadini di Montemarciano che hanno partecipato numerosissimi ed emozionati al Consiglio comunale in teatro e alle manifestazioni è stato certamente gratificante. Dobbiamo pero' pensare in modo mazziniano e repubblicano di “ amare la Patria perchè si amano tutte le Patrie” e non confondere l'idea di Nazione con l'idea reazionaria e militaresca di Nazionalismo che per Mazzini è “ una parodia di ciò che il santo nome di nazionalità suona oggi per noi”.
Un pensiero particolare in questi giorni di festeggiamenti ci sentiamo di rivolgere a tre grandi Presidenti della Repubblica: Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano che seppur provenienti da formazioni politiche diverse, hanno saputo con intelligenza, cultura e senso del dovere, nel rispetto della nostra Costituzione, far mantenere la giusta rotta. Non è stato e non è semplice.
Nei festeggiamenti di Montemarciano un ruolo particolarmente importante ha avuto la scuola pubblica. Alunni compiti e gioiosi ed insegnanti si sono attivati con grande impegno e capacità ed hanno dimostrato ancora una volta che è la scuola il vero centro motore per avviare alla conoscenza ed alla formazione della coscienza civile i cittadini di domani.

Alessandro D'Alessandro
consigliere comunale
www.repubblicanieuropei-montemarciano.it