mercoledì 19 maggio 2010

Mazzini vs Craxi

Craxi al posto di Mazzini
Il re degli artisti provocatori e burloni ha colpito ancora. Lo scultore famoso per le sue provocazioni è riuscito oltre-misura nell’intento che si era prefisso: sfidare, far dibattere, far parlare di sé, creare un evento.
La provocazione è riuscita oltremisura perché sostituire il Mazzini di Carrara ha significati che su-perano l’aspetto artistico e intaccano l’essenza della storia di Carrara, quella recente e quella meno recente.
Nel ‘900 per 32 anni Carrara ha avuto sindaci repubblicani. I motti “anarchici” del 1894 vedono il 90% degli arrestati dichiararsi repubblicani. La “Giovine Italia” e lo spirito repubblicano erano già ben presente da noi prima dell’avvento del regno d’Italia. Nella storia di ogni famiglia di Carrara qualche figura di riferimento repubblicana è sempre presente.
Detto questo quindi Maurizio Cattelan chissà come si compiace del putiferio che ha scatenato, ma Carrara non può rinunciare alla propria storia solo per fare ancora più grande la fama di un artista. Oltretutto la provocazione dimentica completamente il territorio in cui si inserisce la sua opera. Chi dovesse venire a Carrara e vede la statua di Craxi se non ha seguito la polemica e se non conosce Carrara come fa a cogliere la provocazione. L’unica strada che l’Amministrazione comunale può percorrere per non incappare in una sollevazione popolare e sicuramente di tutti repubblicani di Carrara è di chiedere all’artista di ricollocare la sua opera. Da parte nostra, e in questo abbiamo già colto l’adesione dell’IdV, durante tutta la Biennale, nel festeggiare i 150 anni dell’Unità di Italia, proporremo una serie di dibattiti con la cittadinanza dai quali emerga lo sproposito dell’accostamento tra le due figure diametralmente opposte, soprattutto per il loro stile di vita e per il ruolo che hanno avuto nel nostro Paese. Mazzini ha posto le basi sin dal 1849 dell’impianto costi-tuzionale e repubblicano dell’Italia; quelle basi che la politica del malaffare legata a Craxi e al cra-xismo ha iniziato a destrutturare. Mazzini ha basato la sua vita e il suo impegno politico su valori fondamentali ai quali non è mai venuto meno; Craxi, partendo da valori in parte giusti, ha poi svuo-tato nei contenuti e nelle applicazioni pratiche quegli stessi valori. Mazzini, l’ideatore dell’unità d’Italia, d’Europa, del mondo, è sempre stato fermo e convinto sostenitore della Nazione “unica e indivisibile”; Craxi portando lo Stato alla sua crisi amministrativa e morale ha posto le premesse per la nascita di movimenti separatisti e localisti e sempre più disinteressati ai valori fondanti “il luogo dove nessun cittadino possa sentirsi straniero, la Patria”. Il pensiero mazziniano è tuttora attuale, studiato e insegnato all’estero più che in Italia. Il Craxismo rappresenta una esperienza completa-mente fallimentare e tipicamente italiana.
O l’Amministrazione di Carrara saprà dare risposta alla mancata sensibilità, o i Repubblicani Euro-pei, loro malgrado saranno costretti a prendere conseguenti decisioni.
Giorgio Giorgi
Segretario Toscano MRE

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